Relaxed Performance: sei paesi per uno studio comparativo
Traduzione a cura di Annamaria Martinolli
Il presente articolo è tratto da Disability Arts International. L’autore è Paul F. Cockburn. La traduzione è a cura di Annamaria Martinolli.
Tra aprile 2018 e aprile 2020, l’associazione francese Ciné-ma différence ha commissionato un’indagine comparativa di sedici organizzazioni che realizzano relaxed performance (spettacoli in stile rilassato per persone con bisogni speciali) in Francia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia e Svizzera. Il rapporto che ne è scaturito include anche alcune risorse con una serie di raccomandazioni per permettere ad altre organizzazioni di implementare le loro relaxed performance. Paul F. Cockburn ha parlato con le responsabili dell’indagine per discutere con loro dei risultati e delle prossime tappe.
È corretto affermare che l’associazione francese Ciné-ma différence – malgrado le dimensioni ridotte – avesse diverse buone ragioni per intraprendere un’indagine comparativa internazionale sulle relaxed performance.
“È stata una mossa strategica; dovevamo dimostrare alle persone in Francia che noi – un’associazione poco conosciuta – stavamo facendo cose che anche altri, in tutto il mondo, stavano facendo; che i presupposti delle relaxed performance in Francia erano comuni a diversi paesi”, afferma Catherine Morhange, co-fondatrice e presidente di Ciné-ma différence. “Sapevamo che lo studio ci avrebbe aiutato; quello che non immaginavamo è che saremmo entrati in contatto con tante persone molto felici di condividere quello che stavano facendo”.
Ciné-ma différence è nata nel 2005 con l’obiettivo di migliorare ed estendere l’accessibilità alle proiezioni cinematografiche pubbliche in tutta la Francia. “Eventi che di fatto erano relaxed performance”, secondo quanto dichiara Marie-Pierre Dupagne, responsabile del rapporto. Dopo dieci anni, nel 2015, con circa quattrocento proiezioni inclusive adattate annualmente in settanta tra città e centri urbani, Ciné-ma différence decise di espandere l’attività all’intrattenimento dal vivo: inizialmente concerti, e in seguito opere teatrali e altri spettacoli. “Allo stesso tempo, per caso, sono venuta a sapere che nel Regno Unito esistevano le relaxed performance”, aggiunge Marie-Pierre. “Abbiamo scoperto che il Globe Theatre le organizzava da alcuni anni”.
Così, grazie a un finanziamento ufficiale del Ministero della Cultura e della Comunicazione francese, Marie-Pierre e il gruppo hanno iniziato la loro ricerca. Le loro scoperte si sono rivelate significative.
“Ci siamo accorti che nel Regno Unito c’erano persone che facevano le stesse cose che facevamo noi senza sapere che anche noi le facevamo”, dice Marie-Pierre. “Ci siamo accorti che era qualcosa di recente. Ci siamo accorti che l’obiettivo era lo stesso per tutti: dare accesso alle arti dello spettacolo alle persone che avevano difficoltà ad andare a teatro senza essere zittite, guardate o molestate. Anche gli adattamenti erano più o meno gli stessi: una parola di benvenuto per ricordare al pubblico che si trattava di un ambiente rilassato; un’atmosfera non giudicante; comunicazione adattabile; personale supplementare durante lo spettacolo per assicurarsi che tutti fossero a proprio agio e che si potesse dare aiuto in caso di necessità”.
Tuttavia, c’erano anche alcune differenze. “Una differenza tra noi e chi opera nel Regno Unito e negli Stati Uniti è che loro sono spesso orientati verso l’autismo, mentre noi siamo di più ampio respiro”, dice Marie-Pierre. “Un’altra constatazione è che gran parte di ciò che accadeva negli Stati Uniti e nel Regno Unito era sotto forma di spettacoli mirati: cioè, spettacoli destinati a un pubblico specifico, a volte costruiti su misura per il pubblico a cui erano destinati. Mentre Ciné-ma différence ha sempre puntato su spettacoli misti inclusivi. L’idea è sempre stata quella di organizzare spettacoli e proiezioni standard e regolari in modo che chi ha bisogni speciali, o disturbi comportamentali, si senta bene accolto a uno spettacolo standard”.
Secondo Catherine, la suddivisione tra spettacoli “inclusivi” e “mirati” tra i partecipanti al sondaggio è circa “metà e metà”. Tuttavia, questo può generare una certa confusione. “L’inclusione, infatti, non consiste nell’organizzare uno spettacolo speciale”, afferma Catherine. “Si tratta di scegliere uno, due, tre o dieci spettacoli nel programma del teatro o della sala da concerto durante l’anno e dire: ‘Questo è in formato relax, e quest’altro è in formato relax’. Esattamente come alcuni spettacoli hanno l’audio-descrizione e altri i sottotitoli. Si tratta di dire: se pensate di aver bisogno di un’etichetta comportamentale più accogliente e rilassata, allora potete venire a questo spettacolo la domenica sera o il lunedì pomeriggio, e sarete accolti e vi sentirete al sicuro, e tutto sarà adattato alle vostre esigenze. Per il pubblico tradizionale che viene a questo spettacolo non c’è una vera differenza; per loro è lo stesso, solo che ci sono informazioni che specificano che si tratta di una relaxed performance”.
L’indagine ha anche evidenziato un’interessante tendenza sul tipo di spettacoli offerti come relaxed performance, soprattutto nel mondo anglosassone: una tendenza verso gli spettacoli rivolti a un pubblico giovane o familiare. “Credo che questo derivi dalla storia delle relaxed performance, perché i primi spettacoli relax [nel mondo anglosassone] erano pantomime”, dice Catherine. “È ancora così per molti teatri che fanno una relaxed production all’anno, e si tratta di una pantomima, in modo che i bambini con autismo o altri tipi di disabilità non siano privati – a quanto ho capito – di un’esperienza molto importante per la vita familiare nel Regno Unito”.
“Inoltre, i genitori hanno iniziato a cercare di pensare a qualcosa per i loro figli”, aggiunge Marie-Pierre, “ecco perché il tutto è cominciato con gli spettacoli per bambini. Ma poi quei bambini crescono. E alcuni diversamente abili diventano attivisti, dicendo che vogliono poter accedere a spettacoli che non sono specificamente per bambini”.
Entrambe sono sinceramente soddisfatte di una conseguenza del tutto imprevista dell’indagine: la creazione di una rete relativamente informale di relaxed performance.
“Abbiamo condotto circa venti interviste in totale, e tutti erano entusiasti e desiderosi di continuare e di conoscere gli altri intervistati”, dichiara Marie-Pierre. “Chi operava negli Stati Uniti era molto desideroso di condividere ciò che stava facendo con le persone, altrove. Abbiamo quindi organizzato un primo incontro su Zoom nel dicembre 2020 con gli intervistati, circa venti. C’era una grande voglia di condividere le pratiche e di pensare a ciò che si dovrebbe fare; così ci siamo incontrati una seconda volta nel marzo 2021, con le persone individuate dopo l’indagine; si trattava dunque di un evento più ampio. Ora stiamo lavorando al prossimo incontro, che si terrà a giugno, con l’obiettivo di condividere le pratiche, pensare a quelle migliori e diffondere la notizia. Si tratta quindi di un’ulteriore maggiore conseguenza, che significa che chi lavora da anni con le relaxed performance può conoscersi, condividere le pratiche e imparare dagli errori altrui”.
Questa rete è significativa per il risultato forse più sorprendente dell’indagine. “Quando abbiamo iniziato a lavorare allo studio, abbiamo cercato di capire se esistesse una sorta di definizione comune di relaxed performance”, spiega Marie-Pierre. “E siamo rimasti molto sorpresi nel constatare che in realtà non ne esisteva una. Mentre gli aggiustamenti erano più o meno gli stessi ovunque, non c’era una definizione di base”.
Questo aspetto è stato particolarmente evidenziato nelle discussioni con il team che si occupa del più grande evento di spettacolo al mondo: il Festival Fringe di Edimburgo. Con migliaia di artisti, gruppi e compagnie teatrali che si recano nella capitale scozzese ogni anno in agosto e un numero esiguo ma crescente di persone che desiderano che alcuni dei loro spettacoli vengano definiti relaxed, il team del Festival Fringe di Edimburgo (che sostiene gli artisti in visita e organizza la maggior parte della biglietteria) ha ritenuto che ci fosse una vera necessità di stabilire un’aspettativa minima concordata su cosa comporti effettivamente una relaxed performance.
“Crediamo – e penso non siamo i soli – che una delle cose più importanti sia che tutti, prima di entrare nel luogo dell’evento, sappiano che si tratterà di una relaxed performance, che alcune persone si esprimeranno in modo diverso e che sarà giusto che tutti lo facciano”, dice Marie-Pierre. “Ma questo da solo non basta a rendere tale una relaxed performance; una definizione minima non esiste ancora, ed è di questo che si discuterà durante il prossimo incontro della rete delle relaxed performance a giugno”.
Le relaxed performance non dovrebbero mai essere solo e soltanto dei “riempitivi”. “Troviamo che il lavoro di rassicurazione del pubblico sul fatto che andrà tutto bene sia importante e faticoso quanto la messa in scena dello spettacolo stesso”, dice Marie-Pierre. “Rassicurare la gente è un lavoro tremendamente difficile, perché ogni persona ha avuto tante esperienze negative, quando è stata offesa. Ecco perché stiamo lavorando per concordare uno standard comune”.
Per il momento, Ciné-ma différence propone le seguenti raccomandazioni per le organizzazioni che desiderano realizzare relaxed performance:
1) Un “galateo teatrale” rilassato che garantisca un ambiente attento e sereno: una politica di porte aperte, libertà di muoversi ed esprimersi a proprio modo senza essere giudicati o criticati.
2) Aumento del personale di accoglienza, formato per rispondere a esigenze particolari.
3) Informazioni trasparenti agli spettatori in ogni fase, in particolare: quando lo spettacolo viene annunciato nella brochure della stagione, quando si acquistano i biglietti, quando arrivano gli spettatori e durante un annuncio prima dello spettacolo.
4) Strumenti di comunicazione adattati alle disabilità del pubblico, tra cui un kit di benvenuto di facile lettura riguardante sia la sede che lo spettacolo stesso.
5) Prezzi dei biglietti accessibili per aumentare l’accessibilità finanziaria delle persone con disabilità.
6) Spettacoli ricorrenti (ad esempio, tre o quattro relaxed performance all’anno) e selezionati tra l’intera programmazione, e non solo tra gli spettacoli per famiglie.
7) Uno spazio apposito per scaricare la tensione.
Sia Catherine che Marie-Pierre sono soddisfatte della reazione positiva al loro rapporto, soprattutto in Francia. “Possiamo inviare il rapporto alle principali organizzazioni francesi; è un buon modo per mostrare loro cosa sono le relaxed performance. Le persone stanno reagendo molto positivamente e sono molto interessate”, afferma Catherine.
Compreso il Ministro della Cultura francese. “Siamo un’associazione molto piccola e senza scopo di lucro. Se noi diciamo una cosa, la gente può essere interessata, ma se il Ministro della Cultura dice lo stesso – e dice che è davvero importante – allora aiuterà la gente a decidere”, dichiara Catherine. “Abbiamo ricevuto molti feedback positivi dalle persone a cui abbiamo inviato il rapporto. Stiamo lavorando con persone che vogliono fare relaxed performance. Ci vorrà tempo; ci vogliono risorse umane e anche denaro per crescere e svilupparsi correttamente. Ma io ero presente all’inizio, nel 2005, e sento la differenza. Non riceviamo più le stesse reazioni: le persone ora chiedono ‘Come possiamo farlo?’, non ‘Perché?’”.
Per scaricare gratuitamente lo studio comparativo cliccare su uno dei seguenti link:
Qui potete trovare la lista completa dei partecipanti allo studio:
Canadian Stage, Toronto, Canada.
Joe, Jack et John, Montreal, Canada.
New Village Arts Theatre, Carlsbad, Stati Uniti.
People’s Light, Malvern, Stati Uniti.
Théâtre National de l’Opéra Comique, Parigi, Francia.
Fontenay-en-Scènes, Fontenay-sous-Bois, Francia.
Théâtre Jean Vilar, Vitry-sur-Seine, Francia.
Birmingham Hippodrome, Birmingham, Regno Unito.
The Globe Theatre, Londra, Regno Unito.
Royal Shakespeare Company, Londra & Stratford-upon-Avon, Regno Unito
Edinburgh Festival Fringe, Edimburgo, Regno Unito.
An Grianàn Theatre, Letterkenny, Irlanda.
Göteborgs Symfoniker, Göteborg, Svezia.