La ricezione di Edgar Allan Poe in Romania: alcune considerazioni
Traducción de Annamaria Martinolli
Il presente saggio breve è tratto da The Journal of Romanian Literary Studies, Issue n. 04/2014, pp. 337-342. L’autore è Lucian-Vasile Szabo della West University of Timişoara. La traduzione è di Annamaria Martinolli.
Il primo testo di Edgar Allan Poe diffuso in Romania è stato Il pozzo e il pendolo, tradotto da un anonimo nel 1861 con il titolo Puţul şi pendula. Dopo una partenza piuttosto lenta, le versioni delle opere dell’autore americano conobbero un’ampia diffusione sulla stampa rumena del Vecchio Regno di Romania e furono pubblicate anche in Transilvania e nel Banato. Molti grandi scrittori rumeni, come Mihai Eminescu e Alexandru Macedonski, esercitarono il loro talento creativo traducendo le opere di Poe, ma l’autore più attivo in questo settore fu Ion Luca Caragiale. All’epoca, la lingua più diffusa nell’élite artistica e politica della Romania era il francese (nel Vecchio Regno di Romania, perché in Transilvania e nel Banato era il tedesco). Questo spiega perché i rumeni conobbero le opere di Edgar Allan Poe soprattutto grazie alle edizioni tradotte dai maggiori scrittori francesi. Anche il critico Titu Maiorescu, nel 1867, utilizzò i testi francesi come fonte di trattazione del concetto di poesia e di arte in generale secondo Poe. Poe ottenne un vasto successo, in Romania, anche durante il periodo comunista, quando furono pubblicate edizioni di alta qualità delle sue opere.
Punti di riferimento e linee evolutive
Edgar Allan Poe esercitò un’influenza molto ampia sulla letteratura rumena, influenza che si è propagata in più direzioni. Anche le persone che si sono sentite attratte dal mondo narrativo, teorico e giornalistico dell’autore hanno svolto un ruolo importante. La ricezione delle opere di Poe si verificò soprattutto in un contesto post-romantico, e in seguito durante il periodo di piena espansione modernista, ovvero in uno spazio di negoziazione e interferenza culturale coincidente con quella del boom nella formulazione di analisi e teorie raccolte in numerosi e importanti volumi. Questo orientamento verso un approccio accademico fu superato dalla diffusione della cultura di massa, che mirava a una semplificazione dei concetti in modo da garantirne l’accesso a un pubblico sempre più vasto nell’ambito di un processo di alfabetizzazione e in modo da non limitarne la comprensione alla sola élite. Di conseguenza, si produsse un vero e proprio boom della stampa popolare, accompagnato da una diversificazione e specializzazione dell’intero mondo dei mezzi di comunicazione. Le pubblicazioni accademiche, supportate soprattutto da giovani studiosi, iniziarono a far sentire la loro presenza. Tuttavia, entrarono in circolazione anche numerose riviste artistico-letterarie obbligate a seguire i gusti del pubblico. La stampa generalista, tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX, rappresentava un accanito concorrente per le pubblicazioni culturali accademiche e specializzate.
I grandi scrittori, inclusi numerosi storici, linguisti, sociologi e filosofi, continuavano a pubblicare i loro testi sui periodici generalisti; i feuilleton, o le pagine letterarie a esso dedicate, venivano costantemente alimentati da importanti firme del mondo culturale e scientifico. Molti di essi curavano la pubblicazione di opere appartenenti ai più svariati generi letterari, e spesso lavoravano anche come giornalisti o addirittura inviati sul campo. Traducevano i testi in rumeno e pubblicavano opere appartenenti alla letteratura universale, nello specifico di autori francesi, tedeschi o inglesi, ma anche di scrittori russi o ungheresi. Le opere pubblicate non erano solo i grandi classici ma anche testi facilmente accessibili; questo perché il pubblico, i cui gusti erano influenzati dalla scarsa cultura, aveva voce in capitolo. Non c’è da stupirsi, quindi, se Jules Verne ottenne uno strepitoso successo fin dai primi romanzi pubblicati, le cui traduzioni si erano rapidamente diffuse in tutto il mondo. Nel medesimo periodo, alcune versioni dei testi di Edgar Allan Poe iniziarono a uscire in Francia e questo facilitò la ricezione dell’autore anche se, ovviamente, la letteratura dello scrittore americano presenta una maggiore profondità e originalità. Il boom del romanzo “astronomico” e la capacità di coltivare il gusto per la letteratura di viaggio, in quanto avventura cosmica, terrestre e interiore è uno dei fattori che determinarono il successo, forse in parte inaspettato, di Poe in Francia e, in seguito, in tutto il resto del mondo.
In questo contesto è possibile identificare quattro linee evolutive riguardanti la ricezione di Edgar Allan Poe in Romania; tre di queste linee sono evidenti mentre l’ultima è implicita:
1) Il riconoscimento del valore di Edgar Allan Poe in quanto teorico dell’arte e della scienza. L’autore americano stesso lasciava trasparire questa ambiguità operando una distinzione tra i due settori. Il primo a muoversi in questa direzione fu Titu Maiorescu, seguito da Vladimir Streinu, Dan Petraşincu, Tudor Vianu, Matei Călinescu, Nicolae Manolescu, Nicolae Balotă e altri;
2) Echi di quel Poe romantico che aveva una naturale propensione per i personaggi malinconici e le ambientazioni tetre. Possiamo riscontrarli nelle ipostasi che si riflettono nella poesia e nelle prosa di Mihai Eminescu e in quella plèiade di scrittori composta da Alexandru Macedonski, Dan Botta, Emil Botta, Alexandru Philippide, Ion Barbu, Ion Vinea, Mihu Dragomir, Oscar Lemnaru o addirittura Tudor Arghezi e Mircea Eliade;
3) L’influenza di Poe in quanto esploratore di nuovi mondi e avventuriero della conoscenza in un registro realistico-satirico. Questo è il sentiero imboccato da Ion Luca Caragiale, che non solo tradusse la prosa del letterato d’oltremare ma ne subì anche l’influsso sulla sua stessa opera creativa. Questa è la strada lungo la quale è possibile individuare le tematiche del romanzo “astronomico”, molto popolare in Romania, soprattutto agli inizi del XX secolo.
4) Edgar Allan Poe preso come modello nel suo ruolo di giornalista e curatore editoriale. Anche se non è possibile stabilire un rapporto diretto, le analogie ci sono. Molti scrittori rumeni si guadagnavano da vivere (e molti lo fanno ancora oggi!) anche come giornalisti e curatori di numerosi quotidiani, compresi quelli che pubblicavano testi generalisti.
Il diavolo, l’astronomia e l’avventura rumena
Per quel che concerne la letteratura “astronomica”, che favorì la nascita della fantascienza in quanto genere indipendente, la maggiore ricettività si ebbe in Francia durante la seconda metà del XIX secolo. A fungere da collegamento furono soprattutto i grandi autori francesi, nonché ammiratori e traduttori di Edgar Allan Poe. Il più importante in questo contesto fu certamente Charles Baudelaire, con un volume di traduzioni molto accurato che fu anche ben accolto dal pubblico, a cui poi seguirono altri autori. Questi grandi scrittori francesi avevano già dei propri modelli di riferimento sia in Francia che nella vicina Germania. In quest’ultimo caso il nome di punta, conosciuto anche da Poe, è E.T.A. Hoffmann. Ciononostante, il romanzo scientifico si sviluppò in parallelo con la profonda ed elevata narrativa classica. Camille Flammarion e Jules Verne scrivevano utilizzando un registro molto diverso da quello di Charles Baudelaire, anche se nessuno di loro poteva ignorare l’ascendente esercitato da Poe. L’influenza culturale si fece sentire anche alle foci del Danubio, nei Principati Uniti di Valacchia e Moldavia, che in seguito avrebbero formato il Regno di Romania. Mihai Eminescu (secondo alcuni studiosi con la collaborazione di Veronica Micle) tradusse Morella, un’opera di cui egli condivideva appieno lo spirito. Ion Luca Caragiale, in compenso, portò a termine numerose traduzioni, focalizzandosi soprattutto sui testi più divertenti, come Il Diavolo nel campanile[1]. Alexandru Macedonski, probabilmente su iniziativa di Titu Maiorescu, in quanto conoscitore dell’opera dell’autore americano, esercitò le proprie abilità traduttive, proprio come i due autori classici della letteratura rumena di cui sopra, con il racconto breve Metzegerstein facendo ricorso anche alle fonti francesi, forse avvalendosi addirittura del volume tradotto da Charles Baudelaire.
Per quanto riguarda l’ambito di ricezione europeo, Zoe Dumitrescu-Buşulenga, nella prefazione a una delle migliori edizioni rumene dell’opera di Poe, specifica quanto segue: “Tra i grandi nomi della letteratura americana, il primo a varcare la soglia della letteratura universale è stato Edgar Allan Poe. È uno dei primi scrittori del nuovo mondo a essere stato ampiamente accolto nel vecchio continente e apprezzato in Europa quasi quanto il tedesco E.T.A. Hoffmann”[2]. La ricezione in Romania dell’opera del poeta e prosatore Edgar Allan Poe è stata alquanto singolare. Zoe Dumitrescu-Buşulenga fa spesso riferimento alle sue doti giornalistiche. Liviu Cotrău, in compenso, pur menzionando esplicitamente questa attività attraverso una serie di citazioni e frequenti incursioni nel settore giornalistico in cui operava l’autore, sembra minimizzare tale ruolo così come facevano gli editori inglesi e americani di Poe. Daniela Linguraru, in epoca più recente, non presta alcuna attenzione al Poe giornalista, e non gli attribuisce nemmeno il benché minimo talento in questo campo.
Vale la pena chiarire meglio questi punti di vista perché mettono in evidenza i tentativi più che pertinenti di definire, a grandi linee, le dimensioni dell’attività dello scrittore. In un’idealistica riflessione sulle argomentazioni atte a tracciare un profilo biografico dell’autore, Zoe Dumitrescu-Buşulenga afferma: “Prima soldato senza vocazione, che si immaginava nelle vesti di un combattente, come Byron che aveva lottato per la libertà della Grecia, poi giornalista per alcuni scadenti periodici di provincia, costretto a scrivere pezzi sensazionalistici, spesso con l’unico scopo di soddisfare il dubbio gusto di un pubblico ignorante, Edgar Allan Poe subì tutte le umiliazioni e le crudeltà possibili. Non perché non gli fu mai offerta la possibilità di emergere dalla vita anonima che conduceva ma perché, a quanto sembra, si rifiutò sempre di scendere a compromessi”[3]. È importante specificare che il termine “giornalista”, utilizzato dall’autrice, non si riferisce al classico giornalista della carta stampata. Il termine più adatto sarebbe “periodicista” oppure “periodicista letterario”. Il destino dell’uomo Poe è in effetti un destino molto comune, che tuttavia lo scrittore Poe avrebbe brillantemente superato. In Romania, lo si può individuare nella vita tumultuosa condotta da Mihai Eminescu, o in quella del personaggio, non completamente di fantasia, di George Demetru Ladima, del romanzo Il letto di Procuste (Patul lui Procust) di Camil Petrescu (anche se Ladima non era uno scrittore famoso).
Nella lunga prefazione all’edizione del 1990 che raccoglie buona parte della prosa dell’autore americano, Liviu Cotrău, scrupoloso ricercatore universitario, fa riferimento, in un paio di occasioni, al Poe giornalista. In un passaggio, espone alcune argomentazioni che rendono funzionale la doppia entità terminologica giornalista-scrittore di prosa: “Un’altra fonte di ispirazione importante fu la realtà quotidiana che Poe, in quanto periodicista professionista, ebbe l’opportunità di scoprire in tutta la sua caleidoscopica molteplicità. A un certo punto, egli diventò “il cronista” della vita newyorkese: descriveva la città, gli spettacoli circensi (vedesi il racconto breve Quattro bestie in una), le mostre, le gare di marcia e altre competizioni sportive (vedesi l’allusione al capitano Barclay, celebre campione di podismo, nel racconto Perdita di fiato); parlava delle manifestazioni politiche e della chiusura dei caffè la domenica, del nuovo metodo di pavimentazione delle strade; scriveva con disinvoltura e apparente cognizione di causa di scienza, istruzione, medicina, religione, giurisprudenza, agricoltura e orticoltura, esplorazione delle regioni polari, ma anche di occultismo e scienze ermetiche che andavano tanto di moda all’epoca”[4]. Ne consegue che Edgar Allan Poe si rivela un giornalista completo che decide, senza esitazione, di avvicinarsi a quella prosa appartenente al mondo dell’immaginario. In questo contesto, risulta logico che l’autore americano necessitasse di fonti di ispirazione, e quando non riusciva a trovarle nelle pagine dei periodici dell’epoca o attraverso la sua stessa esperienza giornalistica, non esitava a prendere in prestito qualche idea dalle opere narrative di altri autori…
Nel caso specifico di Liviu Cotrău, curatore rumeno dei testi di Poe, l’aspetto fantascientifico viene quasi trascurato, mentre il processo analitico segue la linea classica visto che l’autore acquisisce una sua validità, con ampio dispendio di argomentazioni, solo nel contesto romantico. È interessante notare come L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall, uno dei “classici” racconti di fantascienza di Poe, venga analizzato anche sulla base di un orizzonte mitico con collegamenti e riferimenti appartenenti all’ascendente mitologia Greca[5]. Il curatore rumeno cita l’attività giornalistica dell’autore americano quando espone le argomentazioni di quella che oggi si potrebbe definire “la gestione” della sua creazione. E senza voler essere troppo presuntuosi, si può anche affermare che Poe viene descritto come un letterato coinvolto nel “marketing” delle suo opere, che dovevano anche garantire un reddito. In questo contesto, il giornalismo diventa un mezzo di sostentamento: “E, benché influenzato dal culto romantico della superiorità della forma lirica, Poe, con il suo talento giornalistico, si accorse ben presto che per ottenere fama e benessere attraverso la scrittura, cosa che Charles Brockden Brown e Washington Irving ebbero modo di apprezzare, non restava che occuparsi del genere letterario più amato dal pubblico”[6].
Daniela Linguraru ha recentemente analizzato le prime traduzioni rumene delle opere di Edgar Allan Poe. Fin dall’inizio del suo studio, l’autrice specifica l’orizzonte della sua ricerca: la ricezione di Edgar Allan Poe nel suo ruolo di letterato (in ognuna di queste tre ipostasi: poeta, prosatore e critico; o in tutti e tre i casi contemporaneamente) è un argomento complesso e allo stesso tempo appassionante, anche un secolo e mezzo dopo la pubblicazione dei suoi testi[7]. L’intera analisi si focalizza sulle tre ipostasi di cui sopra senza fare alcun riferimento al Poe periodicista o al Poe autore di fantascienza. Va comunque detto, a discolpa dell’autrice, che non era nelle sue intenzioni affrontare questa tematica poiché l’oggetto del suo studio è del tutto diverso.
Poe e Maiorescu
Uno degli autori che favorì maggiormente la conoscenza delle opere di Poe e l’interiorizzazione della sua opinione critica è Titu Maiorescu. Innovatore della cultura rumena nella seconda metà del XIX secolo, quando la società letteraria “Junimea”, sotto la sua direzione, contribuì in maniera determinante a discernere l’indiscusso valore artistico delle origini che era anche collegato alle moderne tecniche europee di disposizione letteraria, Maiorescu contribuì a diffondere, all’interno della cultura rumena, basata su nuovi requisiti, molti grandi autori mondiali, tra cui Edgar Allan Poe, non ancora in voga, e altri scrittori tedeschi e francesi. Ecco perché la ricezione dell’autore americano è avvenuta attraverso alcuni mediatori: innanzitutto tramite le traduzioni di Charles Baudelaire, ma anche grazie alla sua stessa opera letteraria, in cui è possibile trovare idee ed esperienze appartenenti allo stesso registro estetico di Poe. Come sottolinea Monica Pillat, in quel periodo Poe “si fece conoscere soprattutto come poeta e teorico del moderno concetto di poesia”[8]. È interessante notare come George Călinescu, avendo trovato alcune contraddizioni nel ruolo della poesia così come definito da Maiorescu, utilizzi Poe per criticare i punti da lui considerati confusi. Călinescu pensava che Maiorescu sbagliasse quando sosteneva che la poesia “deve essere capita e deve parlare alla coscienza di ognuno”. George Călinescu riteneva che questo fosse praticamente impossibile e che rappresentasse anche un allontanamento dai principi estetici esposti in precedenza: “È falso che il contenuto di un poema debba essere capito da tutti. L’unica cosa che conta è che esso sia profondo e universale. Nell’arco di un secolo può nascere in qualsiasi momento un individuo in grado di comprendere le visioni di Edgar Allan Poe, realizzando così quella condizione dell’universalità in linea retta; tuttavia, la folla non sarà mai in grado di scalare le vette di questa poesia”[9].
Maiorescu fa un unico riferimento esplicito a Poe in una nota del suo studio innovativo A critical research on the Romanian poetry of 1867. All’epoca l’autore si dimostra molto critico nei confronti della condizione del lirismo nativo esprimendo gratitudine solo nei confronti di alcuni autori che hanno realizzato alcuni testi di valore. Procedendo nell’analisi testuale, e formulando suggerimenti sulla scrittura e l’interpretazione, ad un certo punto Maiorescu dichiara quanto segue: “Vedesi Edgar Allan Poe, l’analisi del poema Il corvo, pubblicata nella traduzione francese in Histoires grotesques et extraordinaires”[10]. Il passaggio, così come il testo abbastanza lungo, fornisce interessanti informazioni. Vladimir Streinu, uno dei critici letterari rumeni di maggior spessore, ingiustamente caduto nel dimenticatoio, analizzò in modo approfondito questi collegamenti, esponendo la complessità del “percorso francese”: “Edgar Allan Poe mostra il volto astratto del suo stile lirico nel Principio poetico e in Filosofia della composizione. È indubbio che Titu Maiorescu non ha mai letto la versione stampata di questi saggi, anche perché, nel 1867, Il principio poetico non era stato tradotto dal cicerone europeo dell’autore americano: Charles Baudelaire, che faceva già ricorso alle sfumature di stile dell’autore nella prefazione alle Histoires extraordinaires, così come nel suo studio su Théophile Gautier, ma che, tuttavia, all’epoca aveva tradotto in francese solo il secondo dei due saggi, con il titolo La genèse d’un poème”[11].
Il ruolo di Maiorescu nella ricezione di Poe in Romania, sia nel suo ruolo di poeta che in quello di prosatore nonché teorico della letteratura, viene evidenziato soprattutto dalla diretta influenza che egli esercitava sui più importanti scrittori rumeni. Non è un caso che Mihai Eminescu, Ion Luca Caragiale e Ioan Slavici (in forma minore anche Ion Creangă) si siano occupati delle opere dell’autore americano. Certo ci sono state anche altre influenze, ma vale la pena riportare un avvertimento espresso da George Călinescu, un riferimento topografico in ogni geografia letteraria, con il quale egli specifica che avere un ascendente sugli altri ha una sua importanza ma che un autore viene innanzitutto giudicato in base alle peculiarità nazionali e alla stratificazione di valore all’interno del perimetro culturale in cui si evolve. Nessun autore diventa subito universale senza essere stato prima definito all’interno di uno spazio culturale specifico: “Uno scrittore rumeno va osservato dall’intera prospettiva della sua prosa senza attribuire un peso eccessivo alle influenze straniere, questo perché la base è inevitabilmente costituita dalla tipologia geografica tradizionale”[12].
Informazioni aggiuntive
Note: [1] Dracul în clopotniţă, ritradotto, con lo stesso titolo, da Liviu Cotrău. Vale la pena sottolineare che Liviu Cotrău predispose due pregevoli volumi delle opere di Poe. Altri libri sull’autore, comprese le opere in prosa appartenenti alla seconda parte della sua vita, rimasero per molti anni in fase progettuale. Tuttavia, il materiale fu in seguito stampato in due volumi che potevano avere una maggiore presa sul pubblico rispetto alle edizioni critiche. Nell’appendice al volume del 1990, il curatore incluse anche le prime traduzioni di Caragiale, Eminescu, Macedonski e altri autori anonimi o meno noti. [2] Edgar Allan Poe (1809-1849), prefazione a Edgar Allan Poe, Selected writings, Univers Publishing House, Bucarest, 1979, p. 5 [3] Ibidem, p 10. [4] Prefazione a E. A. Poe, The Fall of the House of Usher, Univers Publishing House, Bucarest, 1990, p. 9. [5] È interessante notare come Liviu Cotrău, un fervente rappresentante della scuola filologica di Cluj, non si sia fatto “contaminare”, nella sua analisi, dagli sviluppi fantascientifici. Le sue conoscenze in questo campo sono, per ovvi motivi, dovute anche ai suoi rapporti con Mircea Opriţă o Cornel Robu, anch’essi studiosi della scuola di Cluj, i più importanti esegeti della fantascienza in Romania. [6] Prefazione a E. A. Poe, The Fall of the House of Usher, Univers Publishing House, Bucarest, 1990, p. 6 [7] In The Reception of Poe through French Mediators , in the Annals of the “Ştefan cel Mare” University, Suceava, The philology series, A. Linguistics, volume XIV, nr. 2, 2008, p. 121. [8] Echoes in Romania of Edgar Allan Poe’s Work, in Revista de istorie şi teorie literară, volume 29, no. 2, April -July 1980. [9] George Călinescu, The History of Romanian Literature from its Origins to the Present, Minerva Publishing House, Bucarest, 1986, p. 411. [10] Titu Maiorescu, Critical notes (Critice),vol. I, Minerva Publishing House, Bucharest, 1915, p. 48. [11] Vladimir Streinu, Our classics, Tineretului Publishing House, Bucharest, 1968, p. 95. [12] George Călinescu, op. cit. , p. 4. Nella stessa opera fa anche alcune osservazioni sulla poesia, formulando una sorprendente dichiarazione in cui egli stesso ammette che: “Considerare Conachi, Bolintineanu e Anton Pann dei punti di riferimento in un articolo su Ion Barbu può sembrare scandaloso oltre che offensivo. Un poeta rumeno può essere confrontato solo con i poeti stranieri: Edgar Allan Poe, Mallarmé, Paul Valéry. Eppure il metodo valido è il primo”. Bibliografia: George Călinescu, Istoria literaturii române de la origini până în prezent (The History of Romanian Literature from its Origins to the Present), Minerva Publishing House, Bucarest, 1986. Daniela Linguraru, The Reception of Poe through French Mediators, Annals of the “Ştefan cel Mare” University, Suceava, The philology series, A. Linguistics, volume XIV, nr. 2, 2008. Titu Maiorescu, Critice, (Critical notes),vol. I, Minerva Publishing House, Bucarest, 1915. Monica Pillat, Echoes in Romania of Edgar Allan Poe’s Work, Revista de istorie şi teorie literară, volume 29, no. 2, April -July 1980. Edgar Allan Poe, Opere alese (Selected writings), Univers Publishing House, Bucarest, 1979. Edgar Allan Poe, Prăbuşirea Casei Usher (The Fall of the House of Usher), Univers Publishing House, Bucarest, 1990. Vladimir Streinu, Clasicii noştri (Our classics), Tineretului Publishing House, Bucarest, 1968.